Si accettano scommesse: chi è il prossimo vip che schiatta?

Chi è secondo voi il prossimo vip che schiatta? Per dire, se dovessimo fare scommesse, a quanto sarebbe quotato uno come Pippo Baudo (è vivo, sì? Aspe’, che controllo su Google)? Non è per gufare, sia chiaro, ma, ‘nsomma, che ve lo devo spiegare davvero? Si nasce, s’invecchia, si schiatta. Pure voi, eh? Si schiatta tutti.

Comunque, oggi vi ripropongo un racconto che avevo pubblicato anni fa sul quotidiano Linkiesta. Parla di “quando muore uno famoso“, ma mo’ non mi tirate fuori Zerocalcare perché sto racconto l’avevo pubblicato mesi prima che uscisse la sua storia, ok? Patti chiari amicizia lunga (nulla contro Zerocalcare, oh, cerchiamo di capirci che con voi è ‘n attimo e subito la cosa la trasformate in Muccino contro Pasolini, non è che nun ve so, merde!). Chiaramente, come sempre, Zerocalcare con la sua storia ha spaccato tutto, se non l’avete letta fatelo perché è grandiosa. Io dico solo nun me rompete li cojoni, ok? (Grande Zero, te vojo bene).

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Avanti il prossimo

Di Enrico Miceli

«Ma secondo voi chi è il prossimo che schiatta?»
«Mh… io dico Pippo Baudo».
«Naaa, Vasco Rossi».
«Dite? Secondo me Bobby Solo».
«Ma perché, Bobby Solo non è già schiattato?»
«Macché, ti confondi con Little Tony».
«Che poi io non l’ho mai capita ‘sta cosa: ma sono due cantanti diversi?»
«In verità no, sono lo stesso cantante: Elvis».
L’articolo che mi ha dato più soddisfazione, cioè, con rispetto parlando, è stato quello sulla morte di Mike Bongiorno, anche se a ben vedere la redazione mi ha cassato il titolo: pare che “Allegria!” non fosse adeguato al contesto. Ad ogni modo, per scrivere con facilità un articolo del genere, il trucco è puntare su alcune di queste parole chiave: scomparso, dolore, cordoglio, vuoto, commozione, addio, e volendo anche talento, semplicità, amatissimo. Non tutte, alcune, giusto per non forzare la mano. Che poi, a ben vedere, queste parole sono tutta roba buona per Google Adwords.
Quindi, dicevamo, parole chiave, dieci righe prese a caso da Wikipedia giusto per far capire (e per capire) di chi stiamo parlando, qualche gioco di parole, mischiamo il tutto e ualà!, il pezzo è fatto.
“È scomparso ieri Xxxx Xxxx, all’età di Yy anni. Amatissimo da giovani e meno giovani lascia un vuoto incolmabile nel mondo della (cronaca/politica/ambiente/cultura/spettacolo/attualità) italiana” a questo punto fai copia-incolla dalla biografia di Wikipedia, poi inserisci la frase “L’addio commosso di amici e parenti” e chiudi con la sfilata dei vip ancora in vita venuti a dare l’ultimo saluto al caro estinto.
Conosco un collega che i pezzi di questo genere li scrive utilizzando un programma informatico. Compila il questionario e l’articolo è bell’e pronto. Una figata!
«Gianni Morandi, come lo vedete?»
«Eh, sai che potrebbe essere?»
«Macché, quello fa la maratona, e quando schiatta? È capace che fra 50 anni si presenta al vostro funerale in pantaloncini e pettorina, vi scava la fossa, ingolla un po’ di Gatorade e riprende ad allenarsi per New York».
«Mh… può darsi. Anzi, è probabile».
«E Paolo Villaggio
«Non è già andato?»
«Sì, almeno due volte, ma erano bufale».
«Ma sta bene?»
«Boh! A giudicare da come si veste direi di no».
«Il pezzo su di lui ce l’abbiamo già pronto, sì?».
«Sì, ricicliamo quello dell’ultima bufala».
«Perfetto».
Ora, magari è un caso, ma quando schiatta qualcuno gli spazi pubblicitari si vendono che è una bellezza. Non che noi ci si auguri che qualcuno schiatti, per carità, è una cosa tremenda, però l’amarcord al pubblico piace, c’è poco da fare. E in fondo mica c’è niente di male. Sì, è quel crogiolarsi nel dolore della scomparsa, quella sofferenza sottile che sta al confine col piacere. È come quando finisce un amore ma hai bisogno di ricordarlo: solitudine, musica struggente, e poi abbracci il cuscino.
«Sì, è più o meno così, ma molto meno intenso».
«Eh, magari il cuscino lo eviti».
Alla fine è una sofferenza breve, una cosa temporanea, un amore usa e getta, non so se rendo l’idea. Ad ogni modo il pubblico ce lo chiede e noi glielo diamo, che male c’è? Aumentiamo gli introiti suonando il violino.
«Ma sì, tanto alla fine dei morti si parla sempre bene, no?»
«E come no? Hanno parlato bene persino di Andreotti: per certe cose ci vuole stomaco!»
«Però dovresti mostrare un po’ più di rispetto, giusto per i parenti».
«Mh, dici che è cinico?»
«E direi di sì, che cazzo!»
«Be’, cinico sei stato cinico».
«Va be’, in effetti ci sono i parenti… magari si offendono. Ma sì, chi se ne frega, sapete che vi dico? Chiedo scusa a tutti. Contenti?».

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