Babbo Natale è un alcolista. Leggi il racconto di Natale

Il racconto che vi propongo oggi fa parte della rubrica che curavo quando scrivevo per il quotidiano Linkiesta. Anche in questo caso (come nel caso del racconto Hai già pensato al tuo epitaffio) si tratta di un esperimento, una narrazione fatta attraverso il dialogo, senza utilizzare altri elementi (in verità questo racconto è un po’ più complesso rispetto al precedente poiché qui utilizzo tre personaggi e non due, ma tanto a voi non frega un cazzo, lo so). La storia parla  di un ragazzetto che rompe i coglioni a Babbo Natale (a proposito, l’altro giorno gli ho scritto la letterina), mentre il babbo (quello vero, non Natale) rompe i coglioni al ragazzetto. Insomma, è la metafora di un mondo in cui tutti rompono i coglioni a tutti. Buona lettura…

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Babbo Natale e il costruzionista sociale

di Enrico Miceli

«Oh-oh-oh!»

«Guarda, c’è Babbo Natale

«Papà, sono grande, quello non è il Babbo Natale vero».

«Sì che lo è, guarda, c’ha anche la barba bianca».

«È una barba finta».

«Vai da lui e digli che regali vuoi ricevere».

«Non voglio andare da quel signore, puzza di sigaretta».

«Ma è Babbo Natale»

«No che non lo è».

«Oh-oh-oh! Ma certo, bimbo, che sono Babbo Natale».

«Visto? Te lo dice anche lui».

«No, è solo un vecchio, vestito da Babbo Natale».

«No no, sono proprio Babbo Natale, quello vero. Tu come ti chiami?»

«Che t’importa?»

«Ma che caratterino. Dai, vieni qui, siediti in braccio a me, dimmi che regali vorresti ricevere per Natale».

«Su, vai da lui».

«Devo proprio?»

«È divertente Babbo Natale».

«D’accordo».

«Ecco, bravo bambino. Vieni qui da Babbo Natale».

«Puzzi di vino».

«Babbo Natale ha bevuto solo un paio bicchieri prima di iniziare il suo lavoro. Lo sai che in Lapponia fa freddo, no?»

«Papà, questo tizio è ubriaco».

«Ascolta cosa ti dice Babbo Natale, su. Fai il bravo».

«Allora, dimmi un po’, sei stato buono quest’anno?»

«Sì, sono stato buono».

«Hai ubbidito al papà?»

«Papà, ma devo proprio?»

«È Babbo Natale…».

«D’accordo. Sì, ho ubbidito».

«Hai studiato sodo?»

«Sì, ho studiato».

«Bene, allora dimmi un po’, che regali vorresti per Natale?»

«Papà, dove vai?»

«Adesso arrivo».

«Questo signore è sudato e puzza».

«Aspetta lì e fai il bravo, arrivo subito».

«Papà…»

«Arrivo subito, ho detto».

«Fai il bravo bambino, su».

«Puzzi».

«Il clima del centro commerciale è troppo caldo per Babbo Natale, specie con questo vestito. Non sono abituato, lo sai che vivo al Polo nord».

«Tu non sei Babbo Natale. Babbo Natale non esiste».

«Sì che esisto. E per festeggiare la nascita di Gesù porto i regali a tutti i bimbi buoni viaggiando con le mie renne in giro per il…»

«Il Natale è una festa pagana, non c’entra niente con Gesù bambino».

«Il Natale è il compleanno di Gesù, no?»

«No».

«Come no? Sì».

«No, non è vero. Nei vangeli non si parla di date precise e Luca e Matteo non sono coerenti neanche con l’anno di nascita. Le notizie che si hanno sono tutte contraddittorie. Quindi Babbo Natale non esiste e anche il Natale è un’invenzione».

«E dai, fai il bravo bambino, su. È Natale».

«La scelta del 25 dicembre è con ogni probabilità legata al mitraismo».

«Eh?».

«Il mitraismo».

«Che roba è? Fesserie».

«Non sono fesserie. Mitra era un ‘antica divinità induista e se ne trovano tracce già mille anni prima del cristianesimo. Il Natale è una festa pagana».

«E perché si festeggia proprio il 25 dicembre allora? Sentiamo un po’, saputello».

«Mitra era il dio della luce e il suo giorno di nascita coincide con il solstizio d’inverno, data in cui le ore giornaliere di luce iniziano ad aumentare rispetto alle ore di buio. Gli induisti festeggiavano la sua rinascita, guarda caso, tre giorni dopo la sua morte, quindi proprio il 25 dicembre, cioè Natale».

«Balle».

«Non sono balle. Il Natale non è legato a Gesù. In altre epoche storiche, sempre intorno al solstizio d’inverno, esistevano già feste come il Sol Invictus, i Saturnalia e i Yule, a seconda se si era pagani, antichi romani o neopagani. Gesù non c’entra niente col Natale. E Babbo Natale non c’entra niente con Gesù».

«Ma che cazzo, a scuola vi insegnano queste cose?»

«Papà!! Babbo Natale dice le parolacce».

«Senti, piccolo moccioso, il tuo papà ti ha abbandonato qui e spero per il mio e per il tuo bene che torni al più presto. Ora però cerca di non gridare e ricordati che se fai la spia Babbo Natale non te ne porta regali».

«Tu hai gli occhi lucidi e puzzi di vino. Sei ubriaco».

«Dannato marmocchio, come ti permetti di offendere Babbo Natale?»

«Babbo Natale non esiste e tu sei solo un vecchio ubriacone vestito di rosso che puzza di vino e di sigarette».

«Ma Cristo santo, tu non sei un bambino normale. Sei un demonio».

«No, io sono un costruzionista sociale. Non m’interessano le superstizioni e i dogmi. Cerco di guardare oltre, al di là delle imposizioni».

«Senti, coso, io qua sono pagato 7 euro l’ora, e non sono pagato di certo per discutere di idiozie con un piccolo arrogantello come te. Dimmi che regali vuoi, facciamola finita e levati dalla scatole, su».

«Non sei tu che mi porti i regali, è il mio papà».

«Ah, sì? Eccolo qui il tuo papà. È arrivato, grazie a dio».

«Eccomi qua. Visto? Ho fatto in un lampo. Allora, hai chiesto i regali a Babbo Natale?»

«No, non li ha chiesti. Ed è stato anche piuttosto cattivello, a dire il vero».

«Non è vero, è un bugiardo. Ho solo detto che…»

«Hai dato del bugiardo a Babbo Natale?»

«Io non volevo dire che…»

«Ti ho sentito. E sei anche stato cattivo, ha detto».

«Non è vero».

«Oh, sì che lo è stato. E non le sto a ripetere quali altri insulti mi ha vomitato addosso».

«È vero?»

«No che non è vero».

«Sì che è vero!»

«No che non lo è».

«Altroché se lo è».

«Chiedi subito scusa a Babbo Natale, allora».

«Ma io…»

«Niente ma!»

«Ma non ho…»

«Ubbidisci e basta!»

«Uffa. D’accordo. Chiedo scusa, signore».

«Chiedo scusa signor Babbo Natale, devi dire».

«Ma non è …»

«Ubbidisci!!»

«Chiedo scusa, signor Babbo Natale».

«Ecco, bravo. La prego di scusarlo».

«Non c’è nessun problema, si figuri».

«La ringrazio. E tu, per punizione, questo Natale non riceverai nessun regalo. Ecco fatto!»

 

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